Questi racconti fanno parte della nostra recente ricerca per cercare di
scoprire la vera storia del sistema di Usui. Offriamo queste informazioni come verità
e lasciamo il lettore libero di trarre le proprie conclusioni. I nostri studi
sono ancora in corso e questa pagina verrà aggiornata quando avremo più cose da
dire.
Studi iniziali
Il viaggio di Dave per il Kuramayama
NEW: Ricerca in Cina
NEW: pad Thai, fagioli e riso!
La visita di Dave a Tatsumi
La visita di Melissa a Tatsumi
Un’esperienza con alcuni studenti di Usui – tratto dal Diario
di Melissa Rigall
Il Blog di Laurie Anne e Dave: Viaggio in Giappone,
Ottobre 2001 (solo in inglese)
Il porto di Essaouira
Nell’inverno
del 1971 mi trovavo in vacanza in Marocco con un gruppo di amici che erano nel
mio corso di qigong. Scegliemmo di accamparci vicino all’Oceano Atlantico in un
piccolo villaggio a sud della città di Essaouira. Un giorno arrivò al villaggio
un tipo dall’aspetto bizzarro. Indossava una tonaca e dei sandali, e aveva una
borsa di pelle sulle spalle. Ci osservava mentre facevamo i nostri esercizi di
riscaldamento mattutini di qigong sull’ampia spiaggia. Si presentò a noi come
Yuji Onuki e si offrì di insegnare al nostro piccolo gruppo qualcosa che aveva
imparato in Giappone, il suo paese di origine. Era stato uno studente di un
certo Toshiro Eguchi, il quale aveva lavorato con Mikao Usui per alcuni anni
intorno al 1922.
Ci fu insegnato
un metodo meravigliosamente semplice di equilibrio e armonia. Non c’era alcun
giudizio, nessun tentativo di guidare il Ki, e tutto era come una meditazione
in movimento.
Dopo la morte
di un mio parente nel marzo del 2000, fui sorpresa nel ricevere alcune pagine
che erano state distribuite da Onuki come parte del training che ci aveva
fatto. Mi ero completamente dimenticata degli appunti, che confermarono la
maggior parte di ciò che Tatsumi [N.d.T: un anziano
signore allievo di Hayashi che Dave e Melissa incontrarono in Giappone alla
fine degli anni ‘90] ci aveva trasmesso, incluse le origini dei simboli
e un approfondimento riguardo il significato delle Affermazioni di Usui.
Il festival del fuoco a Kurama
Durante
l’aprile del 1995 feci un’ulteriore viaggio in Giappone per far visita ad
alcuni amici che avevo conosciuto lì. I ciliegi erano in piena fioritura.
Partii per
Kyoto con il famoso treno ad alta velocità “bullet train” (treno proiettile).
All’arrivo mi recai all’ufficio turistico per trovare un alloggio. Qui mi
imbattei in un uomo di circa 60 anni che trascorreva le sue giornate facendo la
guida come volontario. Quest’uomo aveva contatti in vari templi di Kyoto e
riuscì a fornirmi i permessi per visitare uno dei giardini formali non aperti
al pubblico. In seguito mi ritrovai anche a visitare una delle biblioteche del
tempio.
Il mio hotel
era una locanda tradizionale accanto alla Doshisha Christian University. Fu
piuttosto ironico, considerando che Usui in realtà non insegnò mai lì!
La mattina dopo
partii per la stazione di Demachiyani, per prendere il treno con la ferrovia di
montagna Eizan fino a Kurama. Mentre ci allontanavamo dalla stazione cominciò a
nevicare. Più proseguivamo e più veniva giù! Essendo di Edmonton (Canada), sono
abituato alla neve, ma questa era roba bagnata che cadeva in grossi pezzi!
Una volta
giunti alla fine della linea camminai verso l’entrata del tempio e pagai la mia
tariffa. Una funivia mi portò fino al livello mediano, dove si trova la statua
di Amida Buddha. Cominciai a salire la montagna (è alta solo 1700 piedi),
seguendo i gradini di legno fissati nella terra e roccia.
Ad un certo
punto della salita notai un uomo anziano che ondeggiava per aria un nodoso
bastone da passeggio. Quando lo guardai puntò il bastone in direzione di un
rialzamento con degli alberi di cedro giapponese, e poi fece un inchino. Mi
diressi verso la direzione indicata e raggiunsi un’area di circa tre piedi di
diametro e di forma quasi circolare, sulla quale non c’era nessuna traccia di
neve. Infatti la terra era completamente asciutta anche se si trovava a cielo
aperto. Mi ero girato per cercare con lo sguardo il vecchio signore, ma non era
più lì.
Rimasi
all’interno del cerchio per diversi minuti. Cominciai però a sentire freddo,
decisi quindi di proseguire di nuovo sul sentiero.
Dopo circa 40
minuti di cammino arrivai al santuario di Kibune. Da lì c’erano circa 20 minuti
da percorrere lungo una strada di campagna, prima di raggiungere di nuovo la stazione
del treno e qualcosa di caldo da bere.
Mentre il treno
iniziava il suo viaggio di discesa verso Kyoto, notai che stava diminuendo di
nevicare.
Mi fu detto in
seguito che nevica spesso in quella zona durante l’inverno e la primavera. La
maggior parte dei pellegrini si reca al santuario durante i mesi estivi. C’è
una onsen (sorgente calda) nella zona, ed è l’unica area abitata nelle
vicinanze del tempio.
Nessuno a
Kurama aveva mai sentito parlare di Usui o del suo sistema, e gli occidentali
non sono incoraggiati a venire qui. Non c’è nemmeno nulla di antico da vedere,
è solamente un normale tempio Buddista. Per me era comunque valsa la pena
averlo raggiunto. Sono certo che la zona asciutta che avevo visto fosse il
luogo di meditazione di Usui.
In seguito
passai del tempo con insegnanti del sistema Usui che avevano un lignaggio con
Usui piuttosto che con Hayashi. Uno di loro, un membro del sistema Vortex,
sosteneva che il suo lignaggio fosse Usui
> Eguchi > MIyazuki >
Mitsui > Takahashi. Si è poi saputo che Mieko Mitsui è stato anche
studente della Dr. Barbara Ray, la fondatrice della Radiance Technique (Tecnica
Radiante).
Ricevetti anche
ulteriori delucidazioni sulla vera natura del sistema di Usui prima della sua
occidentalizzazione. Mi fu permesso di conoscere la struttura e il contenuto
dei seminari dal punto di vista dell’insegnante, e mi venne mostrato un altro
metodo di iniziazione. Spero di ritornare presto in Giappone.
Vista del Fuji-san dal Lago
Hakone
Durante la mia
quarta visita in Giappone sfruttai al massimo il mio pass ferroviario, facendo
diversi viaggi lungo piccole linee che giravano intorno alle montagne e ai
laghi. Decisi di fermarmi in un villaggio per una sosta.
Mentre stavo
mangiando, mi si avvicinò un ragazzino con l’intenzione di praticare il suo
inglese. Mi disse che la sua famiglia gestiva un laboratorio in casa per la
produzione del miso, e si offrì di farmi fare un giro. In quel momento altri
bambini si materializzarono dal nulla. La produzione del miso è qualcosa che mi
interessa, perciò accettai.
Ad un certo
punto della visita, uno dei bambini scivolò procurandosi una piccola
escoriazione sul gomito. Istintivamente appoggiai le mani sopra l’area ferita,
e tutti smisero di lavorare per raggiungerci nel punto in cui ci trovavamo. Uno
del gruppo mi disse che un membro della sua famiglia conosceva “un metodo simile”
e più tardi mi condusse, attraverso una strada di campagna, a trovare i suoi
parenti. Il bisnonno del bambino era Tatsumi.
Tatsumi chiamò
a raccolta i suoi vari figli e nipoti, e attraverso di loro cominciò a
raccontarmi di aver studiato con Hayashi a Tokyo a partire dal 1927. Mi disse
che era uno “shihan” (insegnante), e di aver lasciato la clinica di Tokyo nel
1931, quando Hayashi iniziò ad insegnare la propria versione del sistema di
Usui.
Rimasi in zona
per una settimana. Parte di questo tempo lo passai esplorando il magnifico
paesaggio autunnale, ed il resto lo trascorsi al villaggio di Tatsumi. Mi
vennero mostrate un mucchio di carte, e mi fu permesso di tracciare una serie
di simboli che furono dati a Tatsumi da Hayashi durante il suo tirocinio.
L’ultimo giorno
mi fu mostrato come Hayashi dava le iniziazioni. Questo metodo aveva molto più
senso di quello che mi era stato insegnato in Canada, ed era molto simile a
quello che ci aveva mostrato Onuki.
Il fossato del castello di
Odawara
Dopo aver
ascoltato tutto ciò che Dave mi aveva raccontato sul conto di Tatsumi, sentii
anch’io il desiderio di fargli visita in Giappone. Controllai i punti che avevo
accumulato con i miei voli frequenti: giusto abbastanza per coprire il costo
del viaggio!
Dopo la
seccatura dell’ufficio immigrazione giapponese, ci fu il viaggio fino a Tokyo.
Il Narita Express ci impiegò quasi due ore, ed era pieno! Trascorsi la notte in
un ryokan (albergo) tradizionale, e la mattina seguente tornai di nuovo alla
stazione del treno.
Il shinkansen
(treno proiettile) era davvero fantastico! E’ come viaggiare per aria. Dopo il
shinkansen dovetti prendere ancora diversi treni e bus locali. Ci vollero più
di 6 ore per percorrere un breve tragitto, ma la vista mi ripagò alla
grande.
Trascorsi i tre
giorni successivi nel cottage di Tatsumi, che era composto da un soggiorno, cucina,
furo (stanza da bagno) e due camere da letto, il tutto su un unico livello. La
famiglia era stupenda ed il cibo incredibile! Ebbi però difficoltà ad entrare
in confidenza, per via dell’abitudine dei giapponesi di non esprimersi
attraverso il linguaggio del corpo; fui comunque felice di stare lì. Durante il
resto della mia visita venni ospitata in varie case da alcune donne, dalle
quali imparai moltissimo sulla vita delle famiglie rurali.
Mentre mi
trovavo lì mi vennero mostrate molte carte. Cercai di raccogliere tutti i pezzi
che Dave aveva tralasciato, o che magari necessitavano di un maggiore
approfondimento. Avere tutti quegli “interpreti” era piuttosto stancante, però
mi ha dato la possibilità di ottenere più traduzioni leggermente diverse della stessa
cosa.
Anche se era
chiaro che lo scopo originale del sistema riguardava soltanto il miglioramento
del sè, eseguimmo lo stesso delle sessioni di trattamenti. E’ una bella
sensazione lavorare su di un futon sul pavimento. In Giappone non ti fanno
girare – si rimane in posizione supina per tutto il tempo. Dave esegue i suoi
trattamenti di agopressione Jin Shin allo stesso modo (infatti anche questa è
una tecnica giapponese). Diverse volte ebbi su di me persino le mani di una
bambina di quattro anni – riuscivi a sentire il flusso di energia crescere e
poi bloccarsi improvvisamente, non appena la bimba cominciava a provare
imbarazzo.
Quando arrivò
il momento di partire fu davvero difficile dire addio a questa gente
meravigliosa e premurosa. Non ricordo molto del viaggio di ritorno.
Il 3 ottobre
fui svegliata da una telefonata dal Giappone per avvisarmi che Tatsumi era
morto. Sento una grande perdita con la sua partenza.
Nel 1996 a Nara incontrai due suore Buddiste Tendai. Una si chiamava Yuri ed
era nata nell’anno 28 dell’era Meiji (1896). Suonava il koto (una specie di
cetra) e il shakuhachi (un tipo di flauto). L’altra era Tenon-in a cui piace
essere chiamata Mariko-Obaasan. Era nata nell’anno 29 dell’era Meiji (1897) ed
ha la faccia più rugosa e sorridente che io abbia mai visto. Yuri è morta nel
1997, lasciando Mariko sola per la prima volta in 56 anni.
“Io e Yuri incontrammo Usui-sama (O-Sensei) nel 1920 presso
il tempio Enryaku sul monte Hiei-zan, e
subito dopo cominciammo a lavorare con lui in un’altra filiale nel nordest di
Kyoto. Più tardi, in quello stesso anno, si unirono a noi altre tre sorelle Tendai.
Usui aveva creato un sistema di pratiche spirituali che si basava su valori
tradizionali, in quei tempi di grande cambiamento per il nostro paese.
Spesso un uomo molto dinamico di nome Eguchi-sama, era solito presentarsi con pacchetti
di denaro contante. Passavano ore intere insieme, con Usui che dimostrava le
sue idee, mentre noi dovevamo preparare il tè infinite volte e pulire.
Nel 1921 O-Sensei fece un ulteriore viaggio sul monte Hiei-Zan, e ritornò
diversi giorni dopo con un foglio di carta gialla. Mandò una di noi a comprare
della carta ricavata da una specie di gelso, e passò il resto della giornata
con inchiostro e pennello.
[N.d.T: Con questo
episodio Tenon-in inizia a raccontare di quando Usui, durante una visita di alcuni
giorni sul monte Hiei, ricevette l’ispirazione a comporre i Gainen (Principi)
ed a trascriverli su di un grande foglio di carta mitsumata washi, che in
seguito alla sua morte verrà appeso come kakejiku (una sorta di rotolo) alla
parete di un santuario privato dedicato a lui. Il seguito del racconto viene
riportato nel libro di Dave King “O-Sensei – A View of Mikao Usui”].
Il 3 di marzo dell’anno dopo, visitammo un’ultima volta il tempio sullo
Hiei-zan, e poi partimmo per Tokyo lungo la Nakasendo (un’antica strada che
collegava Kyoto a Tokyo). Facemmo molte soste lungo il tragitto, e spesso
camminavamo tra i villaggi. Giungemmo a Tokyo alla fine di marzo. All’inizio di
aprile O-Sensei trovò una piccola stanza ad Harajuku. Poi ci fu il terremoto
del 1923. Tutti noi aiutammo con i feriti e i dispersi. Usui si trasferì in una
nuova stanza, e finalmente poteva avere uno spazio separato in cui dormire. A
volte O-Sensei si recava a lavorare in città.
Eguchi ritornò nel 1923 con il suo sistema di cura con i palmi delle mani, che
includeva parte del lavoro di Usui. Era quasi una religione, e parte di questo
sistema era costituito da una cerimonia che Eguchi aveva appreso da un suo
amico di nome Nishida, in cui ad ogni doka (studente) veniva offerta una forma di
benedizione. Usui si contrariò molto per questo, alla fine comunque ad Eguchi
fu permesso di venire ad insegnare al centro di Usui due volte alla settimana.
Eguchi aveva un piccolo libro stampato che trattava di diversi metodi e
tecniche di cura.
Tutte noi cinque assistevamo
Usui durante l’orario di lavoro. Spesso O-Sensei si dimenticava di andare a
casa, e qualche volta si addormentava sul pavimento nel suo spazio di lavoro.
Noi alla sera tornavamo al nostro tempio, ma il giorno dopo eravamo di ritorno
di buon’ora.
Nel 1925 arrivò un gruppo di
ufficiali navali di alto grado per apprendere il sistema. In maggio arrivò un
comandante di nome Hayashi. Mi sorrideva sempre e sembrava essere ricettivo a
ciò che Usui aveva da dire. Poi a novembre giunsero due contrammiragli che
stavano sempre a lamentarsi e pretendevano più informazioni. Il capo si
chiamava Ushida (o Gyuda) e indossava sempre gli stivali e la sua spada. Con
loro arrivarono anche 18 subalterni che spesso portavano l’uniforme, ma non
sembravano per nulla interessati. Però erano loro a pagare i nostri conti.
L’anno seguente rimanemmo ancora senza soldi. O-Sensei partì per Fukuyama, e
quella fu l’ultima volta che lo vedemmo vivo. Dopo la morte di Usui noi cinque
rimanemmo insieme. Hayashi prese le redini della scuola, e a maggio ci
spostammo in un altro tempio. Fu così triste”.
Gli insegnamenti di Usui sono chiaramente di origine cinese. Shen-Lissa (Il
nome Taoista di Melissa Rigall) ha trascorso i suoi ultimi anni (è morta nel 2003,
clicca QUI per leggere la pagina dedicata alla
sua memoria) in un ritiro di montagna nel nord della Cina, dove aveva accesso ad una
grande biblioteca di testi Taoisti e Buddisti, e a documenti scritti a mano.
Nel 2005 mi trasferii in Cina, per una nuova ricerca sulle origini del sistema
di Usui.
Ci vuole molto
tempo per guadagnarsi la fiducia di coloro che hanno le informazioni, uno non
può semplicemente chiedere! E’ necessario specificare quale sia la propria
attuale conoscenza di un determinato argomento. Bisogna possedere una certa
comprensione della cultura e della lingua cinese, altrimenti non sarà possibile
riuscire ad utilizzare al meglio le nuove informazioni acquisite. E’ essenziale
essere in grado di comprendere, leggere e scrivere i kanji. Si deve inoltre
sapere come usare un dizionario complesso di cinese.
Presi contatto
con diversi templi Chan (Zen) e Tiantai (Tendai), alcuni dei quali erano
costituiti semplicemente da una stanza nella casa di un monaco. Altri invece
erano templi elaborati, che erano stati restaurati in seguito alle devastazioni
della Cina del passato. Durante la mia visita venivo accolto, e molte volte
ricevevo ospitalità all’interno del complesso del tempio.
Coloro che mi
fornivano le informazioni erano spesso sorpresi del fatto che avessi ricevuto
tali insegnamenti in Giappone. I buddisti Tiantai dissero che I Gainen
(Principi) di Usui erano un “ingegnosa affermazione” ispirata da tre divinità
buddiste legate al loro credo. I Buddisti Chan confermarono che il “simbolo #3”
era parte delle loro normali attività del tempio, ma poteva essere valido anche
per altre scuole buddiste.
Onuku-san ci
aveva presentato il sistema Usui in un ordine completamente diverso rispetto a
quello che invece ci fu insegnato dagli studenti di Hayashi. All’epoca non
riuscivamo a comprenderne la ragione, e ci attenemmo all’ordine di Hayashi.
Però, dopo aver trascorso del tempo con quei monaci, gli insegnamenti di
Onuki-san ebbero finalmente un senso. Onukii-san aveva ricevuto gli
insegnamenti da Eguchi-san, che a sua volta insegnava sotto la supervisione dello
stesso Usui! Tutto cambiò con l’arrivo degli alti ufficiali della marina. Hayashi
(dopo la morte di Usui) mantenne lo spirito e l’essenza del sistema, tuttavia
non ebbe altra scelta se non quella di conformarsi agli ordini dei
contrammiragli, cambiando I livelli e l’ordine di presentazione. Alla fine
Hayashi lasciò l’associazione Usui Reiki Ryoho Gakkai che si era appena
formata, e cominciò a presentare il suo sistema libero dal controllo della
marina. La sua eredità è il Reiki Occidentale, con la sua separazione di “kata”
e “simboli”. Diversi insegnanti della scuola Vortex di Mochizuki-san a Tokyo
(incluso un membro della Gakkai) mi dissero che I simboli erano connessi al
Buddismo Tendai, mi mostrarono anche le immagine delle relative divinità. I miei 8 anni
trascorsi in Cina confermarono tutto ciò.
Dave: marzo 2013
Al momento sto studiando tecniche di medicina tradizionale tailandese con un
gruppo di monaci in un remoto villaggio nel nord della Tailandia. Gli abitanti
sono molto gentili, e mi hanno trovato subito una casa “inutilizzata”, completa
di materasso dello spessore di un pollice (o dovrei meglio dire della
“sottigliezza” di un pollice), attrezzatura per cucinare, ventilatore, mocio, spazzolone,
e zanzariera. E vi ho detto dell’assortimento misto di galline e pulcini che
razzolano intorno alla casa aspettando che gli venga dato da mangiare? E i
cani… Forse dovrei scrivere un altro libro!
Ho dovuto sostituire la porta d’ingresso (quella che c’era era stata quasi
completamente mangiata dalle termiti) per il resto la casa è confortevole. Di
notte ci sono molti gechi che vagano per le pareti e sul tetto, spesso
chiacchierando tra di loro con un sonoro “tak tak tak”. Appena arrivato ho subito
notato un geco Tokay gigante che dormiva in cucina dietro alla dispensa. L’ho
chiamato “iClaudius” e l’ho lasciato ai suoi compiti, (che spesso includevano
gridare “GECO GECO GECO” a squarcia gola durante le prime ore del mattino).
iClaudius ... pad Thai??
[N.d.T: Dave ironizza sul fatto che iClaudius potrebbe
essere un potenziale ingrediente per la pad Thai, il piatto di frittura alla
tailandese]
C’è un negozio al villaggio, ma preferisco percorrere il tragitto di 25 km
fino alla città più vicina dove c’è un Tesco Express. Gli abitanti del
villaggio mi hanno dato delle banane, e anche un grosso sacco di riso fresco
appena trebbiato, che ho dovuto ripulire a mano rimuovendo i sassi e la pula.
Questo mi ha riportato indietro a quando avevo lavorato con Onuki-san nel 1971.
Mangiavamo e cucinavamo insieme a lui, ma in qualità di studenti dovevamo
essere noi a selezionare i fagioli (o qualsiasi cosa dovessimo mangiare per
cena). Appena finito, Onuki individuava subito diversi “corpi estranei” che
avevamo tralasciato. Dovevamo imparare a lavorare mettendo in pratica I
Gainen…. Credo di essere riuscito a selezionare il riso correttamente. Forse
adesso sono un po’ più vicino al metodo di Usui di quanto lo fossi in Marocco.
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